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NENNI e il sogno “lo Pasolini con una lunga ode lo invitò a
La lotta senza vittoria inaridisce”. Quan-
do, una quindicina d’anni dopo, Pier Pao-
rompere tutti gli indugi e a riportare la sinistra
nel governo del Paese, a Pietro Nenni quella ca-
tegorica asserzione finale non piacque. Almeno
realizzato così raccontano. Si era nel 1961, e il grande capo
socialista era combattuto. Da una parte, l’esigen-
za di puntellare la democrazia, investita in pie-
no da pericolosi venti di restaurazione; dall’altra,
l’atavico massimalismo, che gli faceva sembrare
della Repubblica anche a costo di stipulare qualche compromesso
l’invocazione finale del poeta un invito a cedere,
al ribasso con la Dc nelle trattative per il primo
centro-sinistra organico. Nel biennio ’44-’46,
invece, il giacobino libertario e antifascista che
si era fatto l’esilio in Francia e il confino, e nel
ventennio aveva (con Rosselli, Saragat, Pertini e
pochi altri) tenuta accesa la tremula fiammella del
di Massimiliano Amato socialismo italiano, partì proprio da quell’assun-
to: “la lotta senza vittoria inaridisce”. E se oggi
festeggiamo il 2 Giugno – scritto rigorosamen-
te con la maiuscola – come Natale della nuova
Italia, lo dobbiamo essenzialmente alla cocciu-
taggine, tutta romagnola, con cui egli sostenne
la necessità, storica e indifferibile, della “rottura
istituzionale”. Nenni riteneva che la semplice di-
scontinuità politica non sarebbe stata sufficiente
a dare piena compiutezza al processo innescato
dalla caduta del fascismo: dalla transizione de-
mocratica alla Guerra di Liberazione, con i suoi
morti e i suoi atti di eroismo. Senza la “caccia-
ta del re”, questo era il suo pensiero, niente di
ciò che era avvenuto tra il 25 luglio del ’43 e il
25 aprile del ’45 in Italia, avrebbe avuto senso. I
sacrifici degli antifascisti e il sangue versato dai
partigiani esigevano non solo il cambio della for-
ma di governo, ma anche una trasformazione ra-
dicale dello Stato. In questa fermissima convin-
zione, vero (e forse unico) atto costitutivo della
Repubblica Italiana così come è stata tramandata
fino a noi, era riassunta buona parte della bio-
grafia politica e culturale di Pietro Nenni, uomo
dell’Ottocento cresciuto nella Romagna di inizio
XX secolo in cui repubblicani e anarchici canta-
vano “Con le budella dell’ultimo papa impicche-
remo l’ultimo re”.
Ricordarlo oggi, 2 Giugno 2020, ha anche il si-
quarantennale della morte, caduto il 1° »
gnificato di un piccolo risarcimento nel