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50    l’anniversario                                                                                                                                                                                                      51


        CIAO ALBERTONE  A cento anni










        dalla nascita e 17 dalla scomparsa














                          di Pierluigi Pietricola


        “Io so’ sicuro che nun sei arrivato ancora da San Pietro in ginocchione,
        a mezza strada te sarai fermato a guarda’ sta fiumana de persone.
        Te rendi conto sì ch’hai combinato,
        questo è amore sincero, è commozione,
        rimprovero perché te ne sei annato,
        rispetto vero tutto pe’ Albertone.
        Starai dicenno: ma che state a fa’,
        ve vedo tutti tristi nel dolore

        e c’hai ragione,
        tutta la città sbrilluccica de lacrime e ricordi
        ‘che tu non sei sortanto un granne attore,
        tu sei tanto di più, sei Alberto Sordi”.



             ono le parole con le quali Gigi  mente, in un angolo colleghi di egual                            Alberto Sordi sottrasse ogni velo di stereotipo nell’interpretare
             Proietti decise di salutare l’Al-  valore e prestigio come Nino Manfre-
        Sbertone nazionale nella giornata  di, Vittorio Gassmann, Monica Vitti,
        del suo addio.                      Franca Valeri, Renato Rascel, Vittorio   un personaggio e abdicò al ruolo di mattatore in quanto interprete unico e solo
        Diciassette anni dalla scomparsa di  De Sica, Ugo Tognazzi, Totò, Aldo
        Sordi, cento dalla sua nascita. Cono-  Fabrizi,  i  De  Filippo,  Nino  Taranto,           trasformando il neorealismo da copia della realtà a sua interpretazione
        scendo il carattere schivo e riservato  Romolo Valli, Carlo Verdone (fra i più
        che sempre lo hanno contraddistinto,  giovani e suo erede ideale, ma colui
        l’anniversario che il 2020 lo vede come  che di fatto lo ha anche superato) e  essendo protagonista di eccellenza),    le e politica del Novecento. In tal sen-  mente gli stereotipi: non ebbe mai  modo vezzoso (teneva tantissimo all’e-
        protagonista probabilmente avrebbe  molti altri. Questo per dire che Sordi  trasformando il neorealismo da copia       so, egli è più affine ad una maschera  (eccetto negli ultimi anni non felici, bi-  leganza) e sempre attanagliato da un
        infastidito molto Alberto Sordi. E non  non è stato un evento fortunato e for-  della realtà a sua interpretazione: tal-  – come Totò – che ad un attore stricto  sogna dire, sul piano cinematografico)  imminente senso di solitudine.
        c’è dubbio che si sarebbe sottratto ad  tuito del cinema italiano ed europeo.  volta in chiave caricaturale, talaltra in   sensu. In ciò fu il limite e la grandezza.  lo stesso repertorio di gesti, battute, di  Può l’uomo spiegare l’attore e vice-
        ogni  manifestazione,  evento,  cerimo-  Era all’interno di una koinè  culturale  chiave tragica o ironica (sempre severa   Fu un limite perché, forse, non gli per-  mimica. Egli fu sempre diverso eppure  versa? Il primo è abile nell’ingannare
        nia per onorarlo.                   tipica del Novecento e che, sul piano  in quest’ultimo caso).                      mise di sfoderare tutte le sue capacità  sempre eguale.                 il pubblico mentendogli. Ma è difficile
        Si sostiene, da più parti, che sia sta-  attoriale, ha contribuito a rinnovare lo  Alberto Sordi interpretò quasi sempre   interpretative che avrebbe senz’altro  Questa abitudinarietà nell’arte non  che riesca ad ingannare se stesso.
        to il più grande attore italiano. Sordi  spettacolo.  In che  modo? Sottraendo  lo stesso ruolo: l’archetipo dell’italiano   potuto mostrare; fu una grandezza  fu disgiunta dal carattere dell’uomo  Una verità quasi sempre nascosta, ma
        avrebbe rigettato un giudizio simile. In  ogni velo di stereotipo nell’interpreta-  medio, con tutti i suoi difetti e i pochi   perché gli permise di essere imme-  Sordi. Si può intuirlo visitando la Vil-  della quale oggi se ne può conoscere
        primis perché non era incline all’auto-  re un personaggio; abdicando al ruo-  pregi dell’Italia del boom e, successiva-  diatamente riconoscibile e di svettare  la Museo, sua abitazione privata oggi  una piccola parte visitando l’interes-
        celebrazione. E poi perché mai avreb-  lo di mattatore in quanto interprete  mente, degli anni di piombo, degli anni   per unicità. Seppur maschera, difatti,  aperta al pubblico. E si scoprirà un  sante e a suo modo bella Villa Museo
        be osato porre, seppur involontaria-  unico e solo (ma non per questo non  Ottanta e via via fino alla crisi cultura-  Sordi non ne ha ripetuto pedissequa-  Alberto austero, molto preciso, a suo  finalmente aperta al pubblico.
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