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Papa Francesco, i reazionari
e la teologia della liberazione
di Maurizio Fantoni Minnella
he cosa agita, talora in maniera furibonda e in-
controllata, l’animo dei credenti, in larga parte di
Cfede cattolica, al punto di formulare la tesi su un
presunto ateismo di Papa Francesco? suoi nuovi assetti globali. Ma proprio tali persone, e in
Il fatto di non avere assolto ad uno dei compiti fonda- Italia ve ne sono molte, che si agitano dichiarando che in
mentali di un Pontefice, ossia quello di garantire, non Vaticano è in atto un’eresia, si comportano alla stregua di
solamente quella continuità ed autorità del ruolo della coloro che indicavano, ad esempio, negli Ugonotti, i ne-
Chiesa nel mondo cristiano, ma anche quello di ricon- mici della fede cattolica, convinti dell’evidenza che niente
durla ai principi della trascendenza e della spiritualità. A possa realmente cambiare nella vita sociale e che, quindi,
chiederlo, anzi, a pretenderlo, è l’ostinata convinzione tocchi ancora una volta alla Chiesa farsi carico della sa-
secondo cui il cattolico osservante si sentirebbe protetto cralità dei misteri, nel mentre si continua a voler ignorare
più da un’idea di trascendenza che dal fatto di vivere in il sacro che è nella natura e nella vita stessa. Ancora una
un mondo fatto di maggiore giustizia e uguaglianza, dove volta sono due le chiese a contrapporsi in un confron-
i poveri siano meno poveri e che a ogni uomo sia ridata la to-dialogo che talvolta sembra voler negare sè stesso,
dignità che gli spetta in quanto essere umano, un mondo, affinchè ciascuna forza possa, comunque, continuare ad
insomma, in cui l’atto dell’unire genti e culture diverse autoalimentarsi: quella cristiano sociale di matrice soli-
prevalga su quello del separare. Ma che questa dottrina, daristica che si direbbe progressista, e quella dogmatica
troppo simile ad un pensiero politico socialista, giunga dell’ortodossia religiosa, conservatrice, in quanto custode
proprio dalla massima autorità della Chiesa cristiana, di- di quell’idea di assoluto che soltanto i dogmi sono ancora
viene altresì intollerabile per conservatori e reazionari di in grado di garantire.
ogni sorta, dentro e fuori la Chiesa, proprio per il fatto Forse una rivoluzione Papa Francesco l’ha fatta, la sola
che quest’ultima, nonostante i significativi cambiamenti possibile, pur con la feroce reazione che essa ha genera-
dettati dal Concilio Vaticano II, debba restare, nella sua to, quella di avere, per così dire, “trasferito”, dal tessuto
idea di unità e di perfezione e immutabilità, al di fuori sociale e culturale d’origine latinoamericana, la cosiddet-
della Storia, e, dunque, di qualsiasi temperie politica, così ta “Teologia della Liberazione”, dottrina ritenuta eretica
da poter sempre trovare in essa un rifugio, una sorta di dalla chiesa ufficiale, di teologi come il brasiliano Leonar-
illusione rispetto alle traversie dell’esistenza e soprattutto do Boff (1938), e di farla propria, riproponendola ai ver-
alla costante idea della morte. Ma la parola di Dio non è tici della chiesa cristiana. E’ bastato un uomo solo e il suo
la parola del Cristo, dunque, alle virtù teologali e ai dogmi potere a riaffermare, difendendoli, i valori di una chiesa
religiosi, si vuole contrapporre la forza evocativa e prati- ne le contraddizioni e i pericoli. Quindi, appare chiaro sta, basata sulla speranza, ma anche sulla volontà indivi- schierata per vocazione dalla parte dei poveri, al contra-
ca delle parabole evangeliche, poiché il fine ultimo della che anche la tesi secondo cui Papa Francesco sarebbe duale, corra il rischio di trasformarsi in facile populismo rio di quanto accadeva, durante gli anni ’80 del secolo
Chiesa non è quello di riflettere l’infallibilità dei propri un prodotto dei tempi attuali, si rivelerebbe fallace alla mediatico, se la propria enunciazione non trovasse delle passato, nel lungo processo rivoluzionario sandinista,
dogmi, ma quello di destinare la parola nella definizione luce delle sue stesse dichiarazioni. Ad esempio, l’accusa risposte adeguate nella società civile. Un uguale destino, dove un teologo come Ernesto Cardenal (1925-2020),
di un tracciato possibile nel quale, secondo un ossimoro di visione globale della povertà che non conosce barriere in fondo, accomuna tutte le rivoluzioni, che alla prova che era anche un grande poeta e uomo politico, avrebbe
necessario, “praticare l’utopia”. Al cattolico che insiste e confini, ma che è riscontrabile ovunque si voglia porre dei fatti, risultano impossibili diventando per questo, og- potuto influenzare in maniera decisiva gli esiti di quella
con questa assurda formulazione di ateismo papale, è il proprio sguardo, non regge se come alternativa si in- getto di culto o di una retorica demagogica che ne fareb- rivoluzione che furono, invece, disastrosi, anzichè finire
doveroso ribadire che la dottrina di Cristo è ricollegabile tenda far riemergere sotto altre spoglie, il diktat sovrani- be nutrimento per il nostro asfittico mondo occidentale emarginato nel buon ritiro artistico e spirituale dell’isola
e attualizzabile ad un pensiero di cambiamento, di tra- sta dei “poveri di casa nostra più importanti di quelli di iper tecnologico a cui è stata da troppo tempo strappata di Solentiname, nel lago Nicaragua, da cui prese le mosse
sformazione sociale che rifiuti, come è stato recentemen- altre latitudini”, a conferma dell’antico pregiudizio liberal la speranza di un reale cambiamento. Coloro che anco- il “suo” Vangelo.
te affermato dallo stesso Pontefice, sia gli eccessi della conservatore che vedrebbe valori come caritas cristiana e ra dissertano, accigliati, sulla presunta ignoranza di Papa Se, infine, Pier Paolo Pasolini nel suo film testamento Salò
globalizzazione che la miseria dei sovranismi. Stupisce, solidarietà laica come antieconomici, e perciò, dannosi ai Francesco in materia di Sacre Scritture e in dottrine teo- o le Centoventi giornate di Sodoma, 1975, aveva fatto dire
allora, e fa dunque riflettere il fatto che la formulazione principi dell’economia di mercato. Laddove prevale per logiche, si fermino un po’ a riflettere sull’impoverimento ad uno dei protagonisti che “vi è solo un’anarchia, quella
di una terza via giunga proprio da un uomo della chiesa, tradizione l’astrazione del dogma, Francesco, sostituisce di questa civiltà, sia in materia di spiritualità, di etica, di del potere”, parafrasandolo, per paradosso, si potrebbe,
e non in seno ad una cultura laica e di sinistra, che al con- la concretezza dell’esperienza. politica e di cultura, in altre parole, di un progetto a lun- allora, con assoluto disincanto, affermare che esiste solo
trario continua a predicare il globalismo senza coglier- Vi è, tuttavia, il pericolo reale che una dottrina come que- ga scadenza che metta in crisi l’economia di mercato nei una possibile rivoluzione, quella del potere.