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22  l’iniziativa                                                                                            23






























































 in Italia: ben tredici socialisti ed un carabiniere persero la  correva la tessera al Partito Fascista».  mozione turistica: «Il senato della repubblica riconosciu-  Luigi Tamburrano era figlio della generazione di Di Vit-
 vita. Cinquanta militanti del Psi furono arrestati. Dal car-  Nel 1943 come segretario della sezione di San Giovanni   ta l’importanza turistica del promontorio garganico per la  torio, che intendeva la politica come missione, sacrificio
 cere Luigi Tamburrano scrisse: «Il carcere non mi abbatte,  Rotondo, richiamò tutti i compagni alla lotta ed incominciò   bellezza e il fascino delle sue foreste, per l’incanto delle sue  per il bene comune, lotta per l’emancipazione della propria
 la mia coscienza è leonina, nessuna colpa può attribuirsi  con entusiasmo a fare comizi e conferenze. Si occupò con   marine e altresì per la rinomanza dei suoi santuari, invita il  terra.
 a me che feci opera di pace. Il mio spirito in questa grigia  assiduità alla riorganizzazione del Partito socialista in Ca-  governo a disporre adeguati stanziamenti per la valorizza-  La sua vita è stata caratterizzata dalla lotta assidua per l’e-
 prigione si purifica e si ritempra saldamente».   pitanata e nel 1948 conquistò il seggio di senatore nel col-  zione di questi tesori di bellezza e di arte».   mancipazione sociale, economica e culturale della popo-
 Tornato in libertà pochi giorni dopo, ed assolto dalle ingiu-  legio Foggia-San Severo nelle liste del Fronte popolare. La   Nel 1956 Luigi fu nominato Vice-presidente della pro-  lazione, soprattutto dei contadini e degli operai con un
 ste accuse, svolse il ruolo di sindaco in un clima di terrore,  sua fu un’intensissima attività parlamentare. Restano me-  vincia  di  Foggia. Quando era vice presidente  dell’ammi-  riguardo particolare alla crescita culturale e morale dei gio-
 fino alla primavera del 1921 quando un gruppetto di fasci-  morabili le sue battaglie per la miniera della Bauxite di San   nistrazione provinciale i suoi compagni e colleghi gli rim-  vani: «Il fondo dell’anima giovanile è buono e generoso.
 sti occupò il comune e ne sancì, con l’avvallo del Prefetto,  Giovanni Rotondo, per il miglioramento delle condizioni   proveravano di essere addirittura un freno all’iniziativa:  Essa  sente  naturalmente  la bellezza  delle  cause  buone  e
 la caduta dell’amministrazione.   di lavoro degli operai e per la statalizzazione della miniera   «Controllava minutamente la regolarità degli atti; i proble-  giuste. Quando noi avremo liberato quest’anima dalle mal-
 Dopo la drammatica vicenda Luigi rimase confinato a San  e fino al 1963 portò avanti l’idea della costruzione in loco   mi di correttezza, di legalità lo tormentavano; irresistibile  sane sovrastrutture e dalle deleterie incrostazioni del fa-
 Giovanni Rotondo: «Tutta la famiglia è rimasta segnata da  di uno stabilimento per la lavorazione del minerale. Nei   era la sua tendenza ad approfondire tutte le questioni». Il  scismo, quando avremo compiuto questa necessaria opera
 quella vicenda perché un conto è emigrare all’estero, un  cinque anni di attività parlamentare lamentò spesso l’as-  motto di Luigi era Lavoro e Onestà. In una lettera alla mo-  di bonifica morale, quest’anima, tornata vergine e pura ri-
 conto è esuli in patria, per di più in un paesino segnato  senteismo del governo per la «risollevazione economica e   glie scrisse: «[…]La vera onestà è causa di sventura, ma che  prenderà a pulsare con ardore e con fede per tutto quanto
 da odi profondi». Dovette riprendere gli studi perché non  sociale della Capitanata afflitta da disoccupazione, miseria   importa? La vita è breve, o cara, e val meglio morire poveri  è grande e bello e fioriranno in essa i nobili ardimenti e i
 gli era più possibile svolgere l’attività forense: «don Luì, a  e sperequazione sociale». Attento conoscitore delle poten-  ma tranquilli di coscienza, anziché ricchi e torturati dal ri-  santi entusiasmi».
 te i giudici danno torto perché non sei fascista». Prese a  zialità culturali del Paese, propose iniziative per conserva-  morso di mille colpe: questa è la mia fede che non crollerà  Luigi Tamburrano morì il 18 dicembre del 1964 lasciando
 Napoli una seconda laurea, in filosofia, e si dedicò all’in-  re e valorizzare il patrimonio artistico ed ambientale del   mai e sul letto di morte splenderà nitida e immacolata pura  con i suoi scritti e le sue carte, un grande insegnamento
 segnamento ma dopo poco dovette rinunciare «perché oc-  Gargano, chiedendo adeguate risorse per avviare la pro-  e bella».  politico ed umano.
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