AUTORE: Justin Nogarede
PARTNER: THE FOUNDATION FOR EUROPEAN PROGRESSIVE STUDIES (FEPS), FONDAZIONE PIETRO NENNI, FRIEDRICH-EBERT-STIFTUNG, FONDATION JEAN-JAURES, FUNDACION PABLO IGLESIAS
Come dovrebbe rispondere l’UE al potere e al controllo che le grandi piattaforme online esercitano su servizi digitali, mercati e sfera pubblica cruciali? Questa è una delle domande chiave che i responsabili politici devono affrontare in questo momento. La Foundation for European Progressive Studies (FEPS), insieme alla Friedrich-Ebert-Stiftung, alla Fondation Jean-Jaurès, alla Fundación Pablo Iglesias e alla Fondazione Pietro Nenni, esplorano esattamente questa domanda nel documento politico “Governing online gatekeepers – Taking potere sul serio ”. Questo documento è particolarmente rilevante nel contesto delle recenti proposte della Commissione Europea per il Digital Services Act e il Digital Markets Act.
In assenza di investimenti pubblici e legislazione, Internet si è evoluto in un ecosistema online di guardiani potenti e privati. La crisi del Covid-19 ha sottolineato ancora una volta che le grandi piattaforme funzionano come infrastrutture sociali ed economiche essenziali. I rivenditori online hanno difficoltà a evitare Amazon, i cittadini hanno difficoltà a evitare l’ecosistema dei social media di Facebook e tutti si affidano a Google per trovare ed essere trovati online. Tuttavia, questi guardiani regolano l’attività sociale attraverso la progettazione tecnica dei loro servizi, ma in modi che sono sempre più in contrasto con l’interesse pubblico, il benessere della società e i diritti dei cittadini.
Il documento politico esplora l’approccio politico esistente dell’UE per regnare nel potere delle grandi piattaforme online e allineare il loro funzionamento con l’interesse pubblico, e trova che sia stato inefficace (politica di concorrenza), eccessivamente accomodante e complesso (la serie di iniziative di autoregolamentazione su contenuto illegale) e semplicemente non correttamente applicato (in particolare il regolamento generale sulla protezione dei dati). Il documento sostiene gli investimenti pubblici nell’infrastruttura digitale e regole pubbliche semplici, ma rigorosamente applicate, rivolte ai maggiori gatekeeper online. La ricerca si è conclusa alla fine di gennaio 2021.