Gracceva. L’avventurosa vita del partigiano che salvò Pertini e Saragat

Gracceva. L’avventurosa vita del partigiano che salvò Pertini e Saragat

“Gracceva. Vita avventurosa del partigiano che salvò Pertini e Saragat”, di Massimiliano Amato, è la nuova pubblicazione di Arcadia Edizioni, nella Collana di studi storici della Fondazione Pietro Nenni.

Il volume è il frutto di un lungo lavoro di ricerca presso archivi privati e pubblici e ripercorre, in modo avvolgente, la vita di Giuseppe “Peppino” Gracceva, nome di battaglia il “Maresciallo Rosso”, esponente del PSIUP e capo militare delle Brigate Matteotti a Roma e nel Lazio.

Nome di battaglia: il Maresciallo Rosso. Giuseppe Gracceva, capo militare delle Brigate Matteotti a Roma e nel Lazio, fu uno dei protagonisti della lunga resistenza alle truppe di occupazione tedesca nella Capitale. In quei drammatici e sanguinosi 271 giorni, che andarono dall’11 settembre 1943 al 4 giugno 1944, diede prova di straordinario coraggio e intrepida determinazione.

Su ordine di Pietro Nenni, fu lui – con Giuliano Vassalli, Alfredo Monaco, Filippo Lupis e Marcella Ficca – a organizzare e a portare a termine  l’evasione di Sandro Pertini e Giuseppe Saragat (due futuri presidenti della Repubblica), il 25 gennaio del 1944, dal carcere di Regina Coeli, dove erano rinchiusi da tre mesi. Catturato a sua volta agli inizi di aprile, Gracceva trascorse più di 50 giorni nella prigione tedesca di via Tasso, dove, benché sofferente per i postumi di una grave ferita a un polmone operata chirurgicamente con mezzi di fortuna, resistette eroicamente alle torture e alle sevizie a cui venne sottoposto, senza rivelare i nomi dei suoi compagni di lotta.