I socialisti nella lotta di Liberazione

I socialisti nella lotta di Liberazione

Esce per Arcadia Edizioni il volume I Socialisti nella lotta di Liberazione, curato da Antonio Tedesco con introduzione di Claudio Martelli. Il libro fa parte della collana Studi storici e politici della Fondazione Pietro Nenni e propone una nuova lettura del ruolo svolto dai socialisti nella Resistenza, restituendo centralità a figure, documenti e vicende spesso rimasti ai margini della storiografia tradizionale.

Le tormentate vicende del socialismo italiano del Secondo Dopoguerra hanno contribuito alla frammentazione della documentazione inerente la partecipazione dei socialisti alla Resistenza, ostacolando così a lungo una più completa e adeguata messa a fuoco storiografica del contributo dei socialisti alla lotta di Liberazione. Attingendo a nuova documentazione gli autori dei saggi (Vassallo, Mattera, Florindi, Fusi e Tedesco) ricostruiscono in modo rigoroso alcuni aspetti meno noti dell’attività politica e militare del partito tra il 1943 e il 1945: il complesso processo di ricostruzione organizzativa, il contributo delle Brigate Matteotti, l’attività pubblicistica clandestina, la visione politica del suo leader Pietro Nenni e l’originale piattaforma programmatica in cui emergono anche significative tracce europeiste. Un percorso avvincente che spalanca scenari più ampi per comprendere meglio l’entità e la portata, finora sottostimata, del contributo di un’organizzazione politica guidata da uomini del calibro di Pertini, Nenni, Saragat, Gracceva e Vassalli, che ha pagato con il sacrificio di alcuni dei suoi migliori uomini – tra i quali Colorni, Buozzi, Fioretti, Barbera e Lo Presti – l’impegno nella grande battaglia per la liberazione dal nazifascismo, per la democrazia e la Repubblica.

Estratto dall’introduzione di Claudio Martelli
Rileggendo la ricostruzione del PSIUP e la storia delle formazioni socialiste emerge un quadro coerente: la Resistenza socialista fu una forza decisiva, erroneamente o malignamente sottovalutata. Quella socialista fu lotta di resistenza civile e armata, popolare e intellettuale, disciplinata e spontanea, unitaria con le altre componenti ma forte della propria autonomia ideale e politica. Le Brigate Matteotti, i socialisti di Giustizia e Libertà, i tanti protagonisti socialisti del vento del Nord, i dirigenti romani, i partigiani bianchi ovvero cattolici, i militari del Regio Esercito che scelsero di combattere con i partigiani o che si rifiutarono di stare con fascisti e nazisti e furono deportati. Tutti concorsero a dare alla guerra di Liberazione non un unico volto ma un’immagine plurima. È da questa trama ricca e complessa, e non da una sola narrazione, che nasce la Repubblica italiana.