Per la rivoluzione industriale occorre fare sistema

Per la rivoluzione industriale occorre fare sistema

-di ANTONELLO DI MARIO*-

Un Convegno sulla rivoluzione industriale.

Se ne e’ discusso nell’Istituto della Enciclopedia italiana Treccani a Roma attraverso un dibattito su “Industria 4.0, Società 5.0, Finanza 6.0” voluto dalle Fondazioni Buozzi e Nenni e dalla banca Fideuram.

Per Fabrizio Carlucci Private banner Fideuram: “La Quarta rivoluzione industriale-ha detto- deve essere basata su intelligenza nella produzione, nei servizi, nell’energia sostenibile. Ci vuole una connessione tra sistemi fisici e quelli informatici attraverso diverse tecnologie abilitanti. Fondamentale l’uso dei Big data. La finanza deve investire sul soddisfacimento del consumatore in modo più efficacemente personalizzato”

Secondo Rosa Lanata’, avvocato Adoc,associazione della Uil a difesa dei consumatori “il risparmiatore punta alla tesorizzazione anziché all’investimento, dovuto al l’incertezza del sistema contingente. Occorre ritrovare la fiducia”

Guido Cini, Regional manager Fideuram, ha ribadito:”Occorre motivare i risparmiatori italiani ad investire direttamente sul sistema. Lo prevede l’ultima Legge di stabilita’ attraverso i piani individuali di risparmio rivolti ad investimenti nelle piccole e medie imprese. Occuparsi del risparmiatore per farlo diventare investitore attraverso esenzione fiscale”.

Carlo Maria Lolli Ghetti, critico d’arte e gallerista ha sottolineato:” L’arte e’ specchio della società, e’ bellezza, ma anche industria e finanza. Arte sta reagendo a questa epoca digitale attraverso la Net art attraverso interazione con lo spettatore ma piena autonomia dal luogo dove l’evento artistico si svolge. E poi un link immediato tra arte e mercato.La fruizione di un’opera non può prescindere da un approccio fisico”.

Enzo Mattina, già europarlamentare ha precisato:” Io sono stato un precario a vita e vengo da una generazione che non ha avuto certezze. Il vero problema che abbiamo con la quarta rivoluzione industriale e’ che questa sara’ velocissima rispetto alle precedenti. I corpi intermedi nel 1993 non se ne accorgono. In Europa societa’ da allora gestita da persone senza visione. Occorre una battaglia contro il lavoro nero che attualmente coinvolge in Italia almeno quattro milioni di persone. E poi va combattuto il lavoro sottopagato. Si perdono posti nell’area dei lavori ripetitivi. Bisogna investire in cultura e competenze per sapersi orientare nell’anarchia generata dalle informazioni generata dall’era digitale”.

Giorgio Benvenuto, presidente delle Fondazioni Nenni e Buozzi, ha concluso i lavori:”I consumatori – ha chiosato-dovrebbero essere più ascoltati e sentiti in questa epoca di trasformazione. Ci vuole una scossa perche’ il futuro sia affrontato con risposte adeguate ed una partecipazione condivisa. Bisogna ritrovare gli stimoli giusti e riattivare i corpi intermedi, attraverso analisi, approfondimenti, conoscenza.Cosi’ il futuro non può fare paura. Ci vuole progetto complessivo a favore industria, cultura, società, infrastrutture, ambiente. Il rischio di disoccupazione in prospettiva riguarda almeno quattro milioni e mazzo di dipendenti pubblici e circa un milione e mezzo nell’industria. Occorre salvaguardare queste persone. Ci vogliono politiche coerenti in materia di lavoro ed in quella industriale.Si tratta di scelte che devono essere precise ed applicate in modo organico e collaborativo, ad esempio, col sindacato stesso. Finanza e credito devono ritrovare il loro spazio ed i corpi intermedi possono contribuire alla educazione finanziaria dei lavoratori stessi”.

* direttore di Fabbrica società